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venerdì 19 novembre 2010Aggiornato il:

Il nostro viaggio a Zanzibar

Siamo finalmente a Zanzibar.

Il volo è durato circa 8 ore e nonostante fosse notte non ho chiuso occhio. L'impatto appena scesi dall'aereo è tremendo. Fa freddo, il cielo è nero e c'è un'umidità pazzesca. L'aeroporto ha una pista sola, una volta scesi dall'aereo si attraversa la strada e si entra in un piccolo edificio a ritirare i bagagli. Il nastro trasportatore per le valigie è formato da una catena umana che passa le valigie di mano in mano fino ad arrivare al banco di ritiro. Qualcuna veniva aperta per controlli, ma c'era chi pagava per evitarlo e io sinceramente non ho capito perché. Forse trasportavano cose non consentite? E se fosse così, bastava pagare per far chiudere un occhio? Mah... Dopo aver preso la nostra valigia paghiamo il visto di 25 dollari e usciamo: una marea di ragazzini ci corrono incontro chiedendo di tutto, soprattutto monete. Non ero preparata, vorrei accontentarne almeno qualcuno ma il nostro accompagnatore ci dice di salire sull'autobus e non dare retta ai bambini. Come se fosse facile. Ma siccome lui è del posto, se ci dice così sarà meglio ascoltarlo.

Partiamo, passiamo attraverso la foresta, in mezzo al nulla. Ogni tanto ai lati della strada vediamo qualche casa di fango costruita a metà: con i pochi soldi che guadagna la gente compra quello che può per costruirsi un'abitazione, ma non  riesce mai a terminarla, i soldi finiscono subito. Incrociamo qualche bimbo che ci saluta con la mano, inizio a sentirmi in colpa, io ho tutto e loro non hanno niente. Eppure loro sorridono e sembrano felici. Come mai? Siamo arrivati nel villaggio che ormai pioveva, e mentre aspettavano che ci assegnassero la camera ci siamo guardati un po' intorno: giardini curati, divani in legno, i tetti delle strutture in legno intrecciato. La nostra camera si trovava al secondo piano di una casetta, e mentre ci accompagnavano sono riuscita a evitare che mi portassero la valigia (dato che vedevo andare e venire donne con i bagagli sulla testa mi sono rifiutata di far portare anche la mia, che pesava davvero troppo). Camera semplice, con la zanzariera sul letto (e un materasso scomodissimo) un balconcino e un angolo con tavolino e poltroncine.

Sul balconcino della nostra camera, siamo appena arrivati e io non mi rendo conto di dove sono...
Zanzibar

giovedì 18 novembre 2010Aggiornato il:

La prima volta in Egitto

Era il 2000, per la prima volta uscivo dall'Europa. Il mio primo viaggio con Lore, il primo volo, la prima volta in Nord Africa. 10 anni fa l'Egitto mi sembrava lontanissimo, poi è quasi diventato una seconda casa per me. Sharm El Sheik era un paesino nel deserto, Naama Bay era solo una via con qualche negozio e due locali: Hard Rock Cafè e Bus Stop (il nostro locale preferito, che ora non c'è più).
Gli egiziani non avevano ancora idea di quanti soldi potessero fare con i turisti, si passavano ancora interi pomeriggi da Giovanni a scegliere papiri, contrattare sul prezzo, bere karkadè.

Abbiamo volato con la compagnia egiziana, e le 4 ore di volo mi sono sembrate infinite. Quando finalmente è comparso il Mar Rosso sotto di noi e ho visto per la prima volta la barriera corallina, ero già molto emozionata. Appena ho visto la terra egiziana, deserto roccioso e nient'altro, mi sono chiesta in quale posto sperduto stessimo andando. Qua e là qualche albergo, si vedevano le piscine, e intorno niente, solo il colore arancio-ocra della terra. Uscendo finalmente dall'aereo l'impatto con il clima egiziano è stato molto simile a due schiaffoni in piena faccia, una temperatura così calda da togliere il fiato.

In aeroporto abbiamo conosciuto il ritmo egiziano, piuttosto lento e inquietante, al controllo passaporti mi guardavano con facce serie serie, io li guardavo intimorita e questi vedendo la mia espressione scoppiavano in  una risata di simpatica presa in giro! Ma quali facce cattive?? Ho provato una simpatia istantanea.
Il pulmino da circa 20 persone ci ha caricati nel piazzale appena fuori l'aeroporto, eravamo in quattro gatti. Il nostro accompagnatore ci ha spiegato alcune cose, le stesse che abbiamo sentito ripetutamente negli anni seguenti, ma che quel giorno, essendo novità per noi le abbiamo ascoltate con molta attenzione.

Il villaggio turistico, posto in cui non ero mai stata prima, mi è sembrato di gran lusso. Eravamo in tutto sì e no 25 persone, c'era più gente dello staff che ospiti, quindi abbiamo fatto amicizia con tutti in pochi giorni. La spiaggia era distante dall'albergo, zona Ras Umm Sid. Ci si andava con la navetta, parola che poco aveva a che fare con quello che in realtà era: un trattore guidato da un anziano che passava il tempo ad aggiungere acqua al radiatore, con attaccati due vagoni tipo giostre dei bambini!

La spiaggia si trovava su un tratto roccioso a picco sul mare, in cui si entrava da una passerella che portava oltre la barriera corallina. Ho dovuto prendere coraggio per entrare in acqua, perchè era profonda 80 metri e io non ero brava a nuotare... ma l'acqua è talmente salata che tiene a galla, così in pochi giorni ho preso confidenza con il mare. Migliaia di pesci di tutti i colori, i diversi tipi di corallo, come ho potuto vivere così tanto tempo ignorando l'esistenza di questo mondo meraviglioso?

Ras Umm Sid, la spiaggia sulla roccia e la scaletta per tuffarsi nel Mar Rosso
Ras Umm Sid

sabato 13 novembre 2010Aggiornato il:

Open-air Farm House Museum Osaka


Poco fuori dal centro di Osaka c'è un bellissimo museo all'aperto. Si trova all'interno del parco Hattori Ryokuchi, dove tra foreste di bambù, pini e stagni, molta gente si ritrova per fare grigliate e pic-nic in estate.

Il museo all'aperto comprende 11 casali di campagna provenienti da diverse località del Giappone, ricostruiti esattamente. Le case sono arredate e si possono visitare anche all'interno, in alcune di esse potreste incontrare qualche guida volontaria che vi illustrerà l'utilizzo delle stanze e degli utensili.

La farm house che proviene da Gifu è una delle più importanti per il suo particolare gassho zukuri (tetto di paglia spiovente, chiamato così perchè sembrano due mani giunte in preghiera). C'è anche un mulino a vento (proveniente da Sakai, pref. Osaka) e un teatro kabuki all'aperto (proveniente da Shodoshima, pref. Kagawa).

Il sito ufficiale.

L'ingresso costa 500 yen, dalle 10:00 alle 17:00, giorno di chiusura: Lunedì.


Il biglietto d'ingresso



Il depliant del museo.
Sulla cartina del Giappone sono indicate le provenienze delle case di campagna.

giovedì 11 novembre 2010Aggiornato il:

Miyajima e Hiroshima


A pochi minuti di traghetto dal porto di Hiroshima c'è Miyajima, famosa per il torii rosso nel mare (che è il simbolo dell'isola), la porta rossa del santuario Itsukushima costruito con palafitte sulla spiaggia. Durante l'alta marea il torii spunta dall'acqua su cui sembra galleggiare, mentre con la bassa marea ci si può avvicinare a piedi.

Siamo capitati qui in una giornata particolare: i fuochi d'artificio di metà agosto. Già dal mattino i fotografi se ne stavano appostati nei luoghi strategici per non perdersi lo spettacolo serale, e nel corso della giornata l'isola si è riempita di giapponesi in kimono per la festa.

I cervi sono elemento caratteristico dell'isola, girano liberi e sono felici di ottenere un biscotto. Conviene fare attenzione, anche se hanno l'aria davvero mansueta.

La cosa che mi ha colpita di più appena scesa dal traghetto è la quantità esagerata di bancarelle che vendono cibo lungo tutto il tratto di spiaggia che porta al santuario Itsukushima.
In effetti fa venire fame e voglia di assaggiare un po' di tutto, dagli spiedini di ogni tipo (alcuni davvero buffi, come il cetriolo infilzato per lungo che aveva molto successo!!), diverse varietà di wurstel e frittate di ogni genere. Io ho mangiato la seppia grigliata infilata sullo spiedino e condita con una salsa dolciastra (buona, ma è difficile da mangiare così).

Un'altra specialità del posto sono le ostriche grigliate (da acquolina in bocca) e i Momiji Manju, i biscotti ripieni a forma di foglia d'acero (il simbolo dell'isola).
I prezzi sono decisamente turistici, cioè abbastanza alti: ogni spiedino in media 300/400 yen (e con uno ci si fa giusto merenda).

venerdì 5 novembre 2010Aggiornato il:

Gli alberghi in Giappone


In un viaggio scegliere l'albergo è molto importante, può decidere in bene o in male l'andamento della vacanza. Io sono sempre molto scrupolosa in questa scelta, cerco di valutare tutti gli aspetti principali e dopo averne trovato uno che mi soddisfa do un'occhiata ai pareri di chi c'è stato controllando per primi quelli completamente negativi: se il voto è pessimo perché la colazione è poco varia, perché il personale non parla un inglese perfetto, per l'antipatia del personale o per altri motivi del genere sono sicura di aver scelto bene. (I pareri positivi quasi non li leggo).

Generalmente tendo a evitare i posti troppo vicini alle stazioni, perché in genere sono i più brutti. In Giappone questo problema non si pone, anzi! Scegliere alberghi vicino alle stazioni dei treni o della metropolitana è l'ideale per non dover fare chilometri a piedi e non c'è pericolo di trovare una zona "brutta".

Ad essere sincera considerando il tipo di viaggio e il numero di notti (in città diverse) che avremmo fatto ho dato importanza principalmente al prezzo.

Queste sono le mie recensioni degli alberghi in cui abbiamo soggiornato in Giappone, spero possano essere d'aiuto per chi deve partire per questo splendido paese.

mercoledì 3 novembre 2010Aggiornato il:

A Beppu tra inferni e onsen


Beppu è una meravigliosa città con una particolarità che la rende davvero affascinate: ovunque sul territorio ci sono caldere e solfatare, per questo motivo vi si trovano numerosi onsen. E' un posto che mi ha colpita particolarmente perchè è molto diversa da tutte le altre città viste in questo viaggio in Giappone, e mantiene un'atmosfera molto tradizionale.


Biglietto JR di andata per Beppu
Da Hakata (Fukuoka) ci mettiamo 1 ora e 53 minuti

martedì 2 novembre 2010Aggiornato il:

Shopping a Tokyo

1 - Omotesando.  La via dello shopping più famosa, inserita in ogni classica visita guidata della città. In realtà qui più che fare shopping ci si limita a passeggiare guardando le vetrine dei negozi di lusso, marche famose e posti da ricchi in generale. Ci sono alcuni ristoranti (ultra cari) e qualche locale decisamente fuori portata per le nostre tasche. (Qui il mio post su Omotesando by night)


2 - Tra tanti negozi inavvicinabili (almeno per noi..) c'è un centro commerciale assolutamente imperdibile: Kiddyland. Definirlo il paradiso dei giocattoli è riduttivo, questo posto ha la capacità di rendere felici i bambini e gli adulti, i curiosi e gli appassionati. Ogni piano è dedicato a un genere particolare, c'è un intero piano di LEGO, un reparto dedicato a Hello Kitty, un altro di calzini con i personaggi dei cartoni animati (di fronte a questo muro di calzini c'erano due ragazze che continuavano a gridare "kawaiiiii"), un incredibile assortimento di Barbie d'epoca
C'è anche Snoopy Town Shop, dove si trovano ogni tipo di gadget, dalle felpe ai bento box, dalle caramelle ai prodotti da bagno dei Peanuts. C'è davvero da passarci la giornata!!

Snoopy Town
Snoopy Town