Diario di viaggio in Corea
18 agosto 2014
Neanche a farlo apposta questa mattina Busan si sveglia sotto una pioggia torrenziale. Sembra quasi volerci dire "vi ho concesso tre giorni di sole, ora andate via che devo far arrivare un po' di brutto tempo".
In effetti mi ritengo molto fortunata per le condizioni meteo trovate fin'ora.
Busan, stazione degli autobus
L'autobus ci impiega più di tre ore per arrivare a Jeonju. Appena fuori dalla stazione troviamo un punto informazioni dove prendiamo una cartina e chiediamo di indicarci la posizione del nostro hanok* (operazione a quanto pare complicata dato che prende diversi minuti).
*Hanok è il termine che indica l'architettura tradizionale coreana, che comprende anche i materiali utilizzati e il bisogno di essere in armonia con la natura seguendo le indicazioni del feng shui.
Invece di prendere l'autobus decidiamo di concederci il lusso di chiamare un taxi, anche perché la difficoltà della signorina all'info point nell'indicarci sulla cartina il nostro hanok mi convince della difficoltà di arrivarci da soli.
(Grave errore. Mai, MAI, sottovalutare la mia capacità di muovermi nei posti sconosciuti.)
Il tassista procede spedito, poi inizia a guardare la X sulla cartina scuotendo la testa. Ora, io non so se ci fa o ci è, ma se il cartellino di riconoscimento non è un falso, quest'uomo guida i taxi da 25 anni. Mi sembra alquanto improbabile che non conosca il luogo più famoso della città in cui lavora.
Fatto sta che si ferma, il tassametro che continua a correre, e si mette a studiare meglio la mia cartina (quella che viene consegnata a un milione di turisti come me) che per giunta ho preso in coreano giusto per facilitare le cose.
Lascio fare, ma per poco. Io la figura della turista da sbertulare non la voglio fare, ma concedo a quest'uomo il beneficio del dubbio e mi obbligo a pensare che forse il nostro hanok è proprio imboscato.
Alla fine gli facciamo capire di mollarci all'ingresso del villaggio, che è meglio se ce la sbrighiamo da soli.
Infatti seguo i miei appunti e troviamo subito la splendida abitazione che sarà la nostra casa per le prossime due notti (lo scarabocchio che ho disegnato ieri sera guardando google maps mi è stato ben più utile di un cartina in coreano in mano ad un tassista).
La camera è enorme, con l'ingresso sul cortile. Le porte in legno e gli interni sono rivestiti di carta di riso. Ci sono i futon coreani, il tavolino basso con i cuscini e il bagno privato. Il cortile è bellissimo, ma è tutto l'insieme ad essere delizioso. I tetti, gli scalini in pietra, i vasi e le piante. Sono entusiasta, persino il cielo grigio dona all'ambiente un'atmosfera magica.
Hongranmiduk, il nostro hanok. Le rane di pietra sono le guardiane delle stanze.
La porta d'ingresso della stanza.
L'interno della stanza.
Stanza tradizionale ma con tutti i comfort:
aria condizionata per l'estate e riscaldamento a pavimento per l'inverno.
Jeonju è una città che ha conservato al suo interno un villaggio completamente tradizionale. Un intrico di vie dove tutto sembra fermo nel passato, nonostante il continuo restauro delle abitazioni tolga loro quella patina di vissuto che ci si aspetterebbe da un posto così. E' una meraviglia che attrae tantissimi turisti, e che permette di immergersi totalmente nella cultura coreana.
I cortili sono accessibili a tutti, per questo motivo può capitare di uscire dalla stanza e trovare qualche turista in contemplazione, o affacciato al portone di ingresso per dare una rapida occhiata. Lo stesso facciamo noi, io ho la fissa di sbirciare nelle case altrui e non mi sembra vero che qui posso farlo senza vergogna.
Stradine strette nel villaggio.
Le mura che circondano le case.
Appena fuori dal villaggio tradizionale l'architettura diventa moderna, ma mantiene una certa coerenza dovuta ai palazzi bassi e ad un'atmosfera da piccola città di provincia. In giro per le vie quello che mi colpisce è che l'arte e la cultura sono quasi ostentate, tra librerie, murales e installazioni lungo i marciapiedi. Un vecchio cinema chiuso, una bottega, una panchina colorata, ogni oggetto è fonte di ispirazione per una fotografia, e da quando sono qui mi è tornata la voglia di disegnare.
Una piazzetta nel quartiere degli artisti a Jeonju
Dongmun Art Street
Nel tardo pomeriggio i turisti sono ormai tantissimi, e sono tutti in coda per prendere del cibo da mangiare per la strada. I punti vendita più gettonati sono quelli che vendono gli spiedini di polipo, le salsicce, i ravioli al vapore. Ci sono code infinite anche in panetteria e in gelateria.
Jeonju aderisce a Cittaslow.
Aiuole in fiore
Gente in coda davanti a ogni negozio (anche qui il profumino è invitante, ma io non sono paziente come i coreani, le code non le sopporto).
Una bottega di oggetti fatti a mano.
Noi ci fiondiamo nel ristorante più bello lungo la strada principale, dove ci prepariamo finalmente a mangiare il famoso bibimbap di Jeonju. Il bibimbap è un piatto formato da tantissimi ingredienti disposti in ordine nella ciotola, con la carne e l'uovo in cima, che vengono poi mescolati per armonizzare i diversi sapori. Viene servito con tanti altri piattini intorno, tra cui l'immancabile kimchi.
In questo ristorante le varianti del bibimbap riguardano la temperatura (io lo prendo a 65° nel contenitore di ottone, Lore a 150°, nella pietra) e la carne (io la prendo cotta, Lore cruda).
Accompagniamo questo delizioso piatto con il Moju, un vino di riso speziato in cui spicca la cannella.
Jeonju Bibimbap
In Corea si mangia con le bacchette di metallo e il cucchiaio.
Dopo cena usciamo dal villaggio, ma la passeggiata in Film Street viene interrotta da un temporale che ci obbliga a tornare indietro. Rimandiamo la visita a domani.
Mentre cerco di evitare le pozzanghere penso che ci sono cose uguali in tutto il mondo (come si dice, tutto il mondo è paese). Nemmeno la Corea si salva dagli autisti che pensano che basta avere un SUV per sfogare la propria prepotenza e sbandierare senza vergogna la propria arroganza.
Nel caso specifico ce l'ho col fatto che pur essendo in una via pedonale devo scansarmi, e anche di corsa se non voglio essere investita.
Jeonju Film Street
Marciapiedi decorati nella via pedonale
Un negozio di ninnoli molto carino
Hanok Village di notte
Il nostro cortile
Per me non c'è niente di più rilassante che stare sull'uscio della stanza ad ascoltare il rumore della pioggia sul tetto e guardando i riflessi dell'acqua nel giardino. L'ho tanto sognato e finalmente sono qui.
Ogni tanto i desideri si avverano.
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Info pratiche:
Autobus Busan - Jeonju
3 ore e 20 minuti - da 16,100 a 26,000 KRW
A Busan la stazione degli autobus è collegata alla linea metro, mentre a Jeonju per andare in zona Hanok Village bisogna prendere l'autobus 79 (oppure un taxi, facendosi portare all'ingresso del villaggio).
Jeonju Hanok Village è una Città Slow con delle regole:
è vietato fumare, sporcare, e dopo le 22 bisogna rispettare il silenzio.
L'ingresso ai cortili degli hanok è libero (sempre rispettando la privacy di chi ci abita), e i turisti sono invitati ad entrare anche nelle botteghe tradizionali.
Hongranmiduk (HANOKSTAY)
8, Choemyeonghui-gil, Wansan-gu, Jeonju-si
Check-in 15.00 - Check-out 10.30
Wi-fi gratuito - Acqua, tè e caffè gratuiti in ogni momento.
Camere tradizionali coreane con futon, bagno privato e frigorifero. La porta della camera viene chiusa con un lucchetto a combinazione.
Noi abbiamo speso 90,000 KRW a notte (un po' caro ma ne vale la pena)
Han Kook Kwan (Ristorante Bibimbap)
Abbiamo provato il Nosgeuleus Bibimbap (letteralmente il Bibimpap in ottone) servito a 65°
e il Dulgeuleus Bibimbap (letteralmente il Bibimpap su due ciotole) servito a 150°.
http://blog.naver.com/hankookkwan2
Questo posto mi è piaciuto... tutto!
RispondiEliminaSembra una favola, i disegni degli artisti sono fighissimi e il cibo finalmente mi ispira fiducia.
Peccato per la pioggia, ma almeno ha reso il ritorno in stanza ancora più bello, accogliente e riparatore^^
Moz-
Evviva!!! Finalmente ho la Moz-approvazione ^_^
EliminaSembra davvero un posto da sogno, come mi piacerebbe vivere in una casa come quella! La citta` da` l'idea di essere bellissima, da quel che ho visto finora hai scelto benissimo i posti da visitare durante il tuo tour della Corea. Sono certa che anche il seguito mi lascera` a bocca aperta!
RispondiEliminaSono stata fortunata, ma di sicuro ci sono tantissimi altri posti che avrebbero meritato un visita. Quella casa...che bella! Mi ha fatto lo stesso effetto del ryokan giapponese, con la differenza che i padroni di casa vivono da un'altra parte.
EliminaChe carina la casetta di carta di riso! Ma come fanno a riscaldarla e isolarla? I murales sembrano sullo stile del manga "Sunny"
RispondiEliminaLa posizione e il materiale usato (legno e pietra) aiutano a mantenere una temperatura confortevole in estate. Le case sono rialzate perchè sotto il pavimento c'è il sistema di riscaldamento che si dirama in tutte le stanze.
Eliminabellissimo, complimenti sei un ottima narratrice che ti coinvolge nel racconto accompagnato dalle foto.
RispondiEliminaCiao Andrea
www.vogliadiandarsene.com
Grazie mille!
EliminaLa vostra camera era proprio bella! E comunque mi sembra che quel posto fosse tutto bello :) Pure io mi perdo a sbirciare dentro i giardini o i portoni XD
RispondiEliminaSe non ci sono le tende io sbircio anche dentro alle finestre!
EliminaMa che meraviglia!! Che posti bellissimi che hai visitato, questo viaggio in Corea deve essere stato un sogno, ed è sempre bello viverlo attraverso le tue parole. Jeonju sembra un luogo magico, ispira un senso di pace. E anche io adoro sbirciare nelle case altrui!! ^^
RispondiEliminaInizialmente mi sembrava un po' artefatto, ma avendoci dormito ho potuto constatare che è un posto autentico, in cui non ci sono solo turisti.
EliminaDai, spettacolare. Che meraviglia. La Corea non è mai stata tra le mie mete in lista d'attesa ma questo post mi ha aperto un mondo. Deve essere stata un'esperienza bellissima.
RispondiEliminaSe ti va passa a dare un occhio al nostro nuovo blog.
Sono sempre contenta quando riesco a dare spunti di viaggio. Dopo questo diario qualcuno magari prenderà in considerazione la Corea come futura destinazione.
EliminaIo non ce la faccio a fidarmi pienamente dei tassisti. Molti di quelli con cui ho avuto a che fare hanno cercato di fregarmi (ed è una cosa che odio e disprezzo! - Oltre che una cretinata, se ti fai la fama che freghi, poi ovvio che la gente cerca di viaggiare in altro modo) XD
RispondiEliminaIn ogni caso il posto è proprio favoloso :D
Anche io sono diffidente nei loro confronti, infatti se posso ne faccio volentieri a meno. Poi magari il tassista in questione era davvero in difficoltà, e il fatto di parlare solo coreano non ha aiutato la situazione.
EliminaPerò: a) prima di salire gli mostro la cartina e lui mi fa OK
b) poi inizia a borbottare mentre guida
c) si FERMA a studiare la cartina mentre il tassametro corre
Mi sono sentita poco poco presa in giro, ecco.
Che città magnifica! Il piatto mi fa venire un'acquolina pazzesca!
RispondiEliminaLa cucina coreana è un attentato alla linea!
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